Qualche tempo fa, su Sottoterra – Rock Zine, rivista che mai ci stancheremo di consigliare, è uscita una splendida intervista, a firma del direttore Luca Frazzi, a Graham Day, cantante e fondatore dei Prisoners , in Italia lo scorso luglio in occasione del Festival Beat. Tra le altre cose gli siamo stati menzionati anche noi, per la nostra cover di “Melanie” (poi di lì a qualche ora gli avremmo portato il cd, ma al momento della domanda ancora non ci eravamo incontrati… e chissà se poi l’ha ascoltato!). Al di là di questo piccolo dettaglio, sicuramente trascurabile, la cosa migliore rimane l’umiltà e la serenità con cui risponde alle domande dell’intervista, lui che è uno dei più grandi e meno celebrati autori del rock inglese dagli anni Ottanta in poi, e che dovrebbe essere riverito al pari dei mostri sacri, come gli fa notare Luca Frazzi: “Mi considero fortunato per tutto quello che ho fatto e ottenuto in questi anni” ha risposto. “C’è ancora gente interessata a quello che suono, e questo per me è più che sufficiente”. Che dire… giù il cappello, una volta di più.